Il Vomero è uno dei quartieri collinari di Napoli, i suoi abitanti sono chiamati vomeresi.

L’inizio della storia di questo quartiere è da ricercare già in epoca romana, la collina vomerese era chiamata Paturcium (probabilmente da Patulcius, nome connesso a Giano, il dio a cui la collina era dedicata) e nell’alto Medioevo, per corruzione linguistica, Patruscolo o Patruscio. Il toponimo attuale, attestato alla fine del Cinquecento (quando si riferiva però non all’intera collina, ma ad un antico casale), trae presumibilmente origine dalla sua antica vocazione agricola e al gioco del vomere, un passatempo contadino che sanciva come vincitore chi, con il vomere dell’aratro, avesse tracciato un solco quanto più possibile dritto. Comunque proprio l’attività legata ai campi e la gran messe di verdure coltivate gli valsero per secoli il soprannome di Collina dei broccoli.

Lo sviluppo abitativo vero e proprio del Vomero ebbe inizio verso la fine dell’Ottocento, più precisamente nel 1885, con la fondazione (nell’ambito della legge “per il Risanamento di Napoli”) del Nuovo Rione e la progettazione di un tracciato viario a maglia reticolare e schema radiale che applicava i dettami razionalistici in voga in tutta l’urbanistica europea di fine secolo, secondo l’esempio della Parigi del Barone Haussmann (esperienze analoghe nell’urbanistica italiana si riscontrano nei quartieri romani Esquilino e Testaccio). Fin dal primo momento il Vomero venne concepito come un quartiere residenziale destinato alle classi alto-borghesi: le splendide ville e palazzine in stile tardo Liberty che vennero realizzate in gran numero agli inizi del secolo attorno alla Villa Floridiana e verso l’area di Castel Sant’Elmo e di San Martino costituirono fino alla metà del Novecento il tratto distintivo del nuovo quartiere.

I più antichi mezzi di trasporto del quartiere, costruiti nei primi decenni del ‘900, sono le tre delle quattro funicolari cittadine (Funicolare Centrale, Funicolare di Chiaia e Funicolare di Montesanto) che collegano il Vomero al centro della città.

Inoltre, il quartiere è collegato al sistema metropolitano della città, tramite la Linea 1 della Metropolitana di Napoli (con le fermate Quattro Giornate, Medaglie d’oro, Vanvitelli e Salvator Rosa).

La linea 1 della metropolitana di Napoli ha contribuito a snellire il traffico veicolare che ingorgava le vie di accesso alla collina vomerese, collegando rapidamente il Vomero al centro storico e ai quartieri della periferia Nord di Napoli.

Il Vomero, come le zone del centro città non chiuse al traffico veicolare, essendo una zona in gran parte commerciale e allo stesso tempo ad alta densità abitativa è uno dei quartieri più trafficati della città. Ciononostante, o forse proprio per contrastare questo fenomeno, mantiene un’isola pedonale ventiquattro ore su ventiquattro e sempre piena di cittadini e di turisti, come anche le sue adiacenze (Piazza Vanvitelli, via Cimarosa), grazie anche ai numerosi luoghi di ritrovo che attirano, soprattutto nei fine settimana, persone di tutte le età. L’isola pedonale, costituita originariamente (a partire dal 1994) dalla sola via Alessandro Scarlatti, dall’11 novembre 2008 ha inglobato anche viaLuca Giordano, importante arteria posta tra l’alto ed il basso Vomero (ossia tra la zona di San Martino e Piazza Vanvitelli e quella di via Cilea e via Belvedere) quasi a toccare il più antico nucleo del Vomero, il rione Antignano.

fonte: wikipedia